A differenza di quanto si possa pensare, la “cremazione” non è una pratica che viene effettuata da pochissimi secoli: vediamo a quando risale la cremazione e come oggi viene effettuata tale procedura.
La nascita della “cremazione”.
La pratica ha origine antichissime: secondo alcuni documenti storici, la “cremazione” del corpo dei defunti viene praticata per la prima volta dalle popolazioni indocinesi e del sud est asiatico già dall’età preistorica. Intorno al 3000 a.C. la pratica della cremazione venne adottata dai greci, i quali effettuavano tale procedura funeraria solo ed esclusivamente sulle persone nobili. Anche se tale rito, veniva ritenuto come sacro, in realtà il suo scopo principale era quello di eliminare i corpi dei soldati dei nemici caduti in battaglia.
Questo tipo di procedura venne poi introdotta a anche da parte del popolo romano: a differenza dei greci però, la pratica veniva effettuata su tutte le persone defunte, indipendentemente dalla loro classe sociale, e come per i greci,assunse una grande importanza sotto il profilo religioso. I romani, inoltre, introdussero i loculi, delle apposite nicchie nelle quali venivano inserite le ceneri delle persone morte e venerate. La crescente popolarità nell’utilizzo di tali loculi sancì la nascita di vere e proprie “città dei morti”, le necropoli appunto, tra le quali ricordiamo quelle di San Sebastiano e San Callisto a Roma.
La “cremazione” e la religione cristiana.
Col passare del tempo, la pratica della “cremazione” si diffuse in moltissime popolazioni con culture anche differenti tra loro. In particolare, con il diffondersi della religione cristiana, soprattutto in Italia, iniziarono accesi dibattiti in merito alla pratica della “cremazione”: secondo i romani, infatti, la pratica era da considerarsi come sacra e dunque doveva essere sempre applicata in qualsiasi circostanza, mentre secondo i cristiani, tale usanza non aveva alcun valore religioso, dato che derivava da religioni pagane e politeiste. Per secoli, pertanto, la “cremazione” non fu vista di buon occhio dalle massime autorità ecclesiastiche
Solo nel 1963 la pratica della “cremazione” venne accettata dalla Chiesa cattolica, pur con una serie di condizioni e vincoli.
In particolare la “cremazione” viene accettata dalla religione cristiana solo ed esclusivamente nel caso in cui il defunto fosse stato comunque sepolto seguendo la tradizione religiosa cristiana.
Come per i cattolici anche i protestanti approvano la cremazione, mentre gli ortodossi, ancora ad oggi, la vietano in maniera categorica.
Come funziona oggi la “cremazione”.
Il procedimento della cremazione oggi è abbastanza semplice da effettuare: è però indispensabile che il defunto, tramite testamento, dichiari di voler essere cremato, o che il parente più vicino a lui, come ad esempio coniuge, figli, genitori o quello col grado di parentela più vicino, esprima la volontà di voler far cremare il corpo.
Tale procedimento avviene mediante un particolare forno: la bara col corpo del defunto vengono adagiati su un rullo, il quale permette alla stessa bara di entrare all’interno del fuoco, dove viene bruciato.
Grazie alle elevate temperature, e alla grande presenza d’ossigeno, la “cremazione” avviene in tempi brevi e in maniera perfetta.
Chi ha il compito di effettuare tale procedura può controllare lo stato della “cremazione” controllando l’interno del forno tramite uno spioncino: la parte della bara che non ha preso fuoco può essere poi spinta verso il forno, in maniera tale che la combustione avvenga completamente.
Le ceneri poi vengono divise dalle parti metalliche della bara e rinchiuse in un’urna, che deve essere posta nel cimitero: le ceneri del defunto infatti non possono essere sparse, poiché vietato dalla legge italiana.