Il significato dei fiori e delle decorazioni floreali nei funerali
Tra i resti più importanti nel ritrovamento di vestigia archeologiche, i fiori hanno determinato da sempre una grande fonte di documentazione per archeologi e storici. Perchè?
Perché sin dall’antico Egitto, ma ancora prima già nelle tribù natufiane di un neolitico agli albori (oltre 12.000 anni fa), i riti funebri nell’atto di donare fiori al defunto hanno determinato una tradizione mai interrotta, inter-religiosa, inter-culturale, una sorta di scrittura culturale che in questa tradizione ha nel tempo consolidato una cultura funeraria ben definita. Non a caso, anche in ambiti cristiani, il dibattito sulla veridicità della Sacra Sindone, il lenzuolo di lino con il quale la Maddalena e le altre donne presenti alla crocifissione divina hanno avvolto il loro Messia, si è spesso concentrato sull’analisi del tessuto alla ricerca di quale essenze floreali avessero lasciato residui di polline per inquadrare la Sindone geograficamente.
I fiori rappresentano l’immortalità dell’anima soprattutto nella circolarità della corona come metafora del ciclo infinito. Accompagnare un caro estinto nel’ultimo viaggio anche grazie a queste ritualità, spesso non considerate ma ancora altamente presenti nelle tradizioni, è un rituale culturale e sentimentale di grande importanza.
In queste considerazioni, la cultura funeraria mantiene la sua presenza all’interno della ritualità cerimoniale e le stesse agenzie funebri di tutta Italia, per quanto vogliano innovare e rendere in sintonia il rito funebre con le esigenze di un millennio nuovo e diverso, sotto questo aspetto mantengono sempre come punto cardine il retaggio di una tradizione sempre viva nell’immaginario collettivo di tutte le società in qualunque parte del mondo.
Possono cambiare i colori dei fiori, degli abiti luttuosi (in estremo oriente è il bianco il simbolo del lutto, non il nero, come in Cina, Vietnam, Cambogia) ma il fiore, nel suo linguaggio, nella sua simbologia specifica, mantiene sempre il valore della sua espressione. Perché allora la tradizione funeraria richiede, non solo l’impiego di fiori ma nello specifico di corone intrecciate con essenze floreali diverse, rami fogliosi, iscrizioni. La corona, un cerchio.
In questo simbolo il messaggio implicito inteso come vita eterna: il cerchio rappresenta il ciclo della vita e non si possono auto-escludere nemmeno i cristiani perché nella ruota che vuole nascita, vita, morte, resurrezione (o nelle filosofie orientali vediche o shramaniche, induismo e buddhismo, rinascita o reincarnazione) si conclude una filosofia antica quanto l’uomo. Il più sommo dei simboli circolari è l’Ouroboros, il serpente cosmico che, tenendo la propria coda ben stretta tra le fauci, crea un cerchio perfetto dal quale nasce tutta la simbologia trascendente e ascetica delle varie religioni, rivelate e dogmatiche, come filosofiche e neo-pagane. Tutti questi, e molti altri, sono figure retoriche e simboliche circolari: nel cerchio l’immortalità, la rinascita, la vita eterna perché torna con spoglie diverse, ma l’anima, l’Atman induista, non muore e torna come fiamma immortale ed essenza di vita.
Tra i fiori più tradizionali e impiegati nelle composizioni di corone nei funerali contemporanei, nonostante mode che cambiano e passano a seconda delle ricerche e coltivazioni di vivaisti, alcuni sono saldamente legati alla cultura funeraria, fiori che non possono mai mancare perché legati a simbologie ben definite. Nel pieno sentimento del ‘dillo con un fiore’ anche le essenze floreali immesse in una corona sono, siatene consapevoli, il messaggio subliminale, la ‘corrispondenza d’amorosi sensi ‘ come voleva il Foscolo nella sua opera più profonda ‘I Sepolcri’.
Per rimanere in tema di rinascita, ancora prima di parlare specificamente di fiori, il colore predominante, il verde dell’alloro o altri sempreverdi o basi intrecciate sulle quali aggiungere i fiori, rappresenta il colore della Natura, una sorta di paganesimo cui non si presta attenzione. Nella morte il ritorno alla Grande Madre Terra: questo è in pratica il significato implicito del verde predominante nelle corone.
Nell’atto di offrire fiori alla famiglia del defunto si rivela la volontà di compartecipare al dolore, stringersi in un abbraccio simbolico, proprio attraverso il significato dei fiori stessi, attorno ai parenti, ai famigliari più stretti, agli amici intimi di chi riceve il rito funerario. Compartecipare al dolore è un atto di grande umiltà, un sentimento che nel dolore ricerca anche le risposte per uscire dal dolore stesso. Proprio il verde, colore predominante delle corone funebri, in questo senso acquista il significato intrinseco di sentimento ottimistico, un accompagnamento verso la terra di sepoltura come allegoria di una futura rinascita, di un ciclo che si ripete, quindi una situazione transitoria.
Nonostante ai nostri giorni queste considerazioni siano divenute quasi marginali, nell’essenza del rito funebre l’allegoria simbolica di colori e essenza floreali impiegate rivestono invece un ruolo cui porgere attenzioni profonde, rivalutando una cultura che ci appartiene sin dall’antichità e che non può divenire superficialità ma consapevolezza.
Nello specifico dei fiori prevarranno i colori rosa per il genere femminile, giallo per quello maschile, oppure un bianco neutro con le calle (simbolo di beatitudine e di purezze eterna, candida) o i gigli, la castità intellettuale come simbolo di purezza che nella morte ritrova quasi una dimensione che esula anche dal concetto di peccato.