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Nero lutto. Ma non in tutto il mondo

Nel mondo culture e tradizioni sono spesso simili e coincidono su molti aspetti ma non sempre è possibile riscontrare queste similitudini.

Il lutto in particolare è un argomento molto variegato e in tutto il mondo soprattutto per quanto riguarda i colori utilizzati per indicare la condizione del lutto diverse culture si incontrano in visioni simili oppure differenti.
È risaputo che in Occidente il colore del lutto sia senza dubbio il nero. Questo colore viene infatti adoperato durante le cerimonie religiose che riguardano i defunti sia negli allestimenti dei luoghi di culto sia nel vestiario adoperato dai cari del defunto per periodi di tempo più o meno lunghi a seconda del tempo trascorso dalla morte del defunto.

Sin dai tempi antichi nell’antica Roma il nero veniva utilizzato durante i riti funebri, dato il divieto di utilizzare colori sgargianti in queste occasioni.

Percorrendo velocemente la storia, durante i funerali della regina di Scozia Maria Stuarda fu imposto il nero come colore della veglia funebre della regnante. Il motivo per cui il nero è un colore così radicato nella cultura funebre occidentale è da ricercare nella naturale composizione del colore: il nero di per sé rappresenta l’assenza di colore ossia l’ignoto non conosciuto ossia la vita post mortem.

Nella cultura occidentale stessa sono presenti eccezioni al colore nero durante i riti funebri o per periodi di lutto.
Sin dalla Preistoria, gli uomini tingevano di rosso le spoglie. Si pensa che la specie umana svolgesse questi riti per trasmettere ai defunti energia vitale durante il rito funebre.
Le testimonianze suggeriscono inoltre che anche durante l’epoca dell’antico Egitto il colore rosso fosse attribuito alla morte. Infatti i sarcofagi erano coperti da teli rossi e in egiziano antico il termine “arrossire” aveva il significato di “morire”.
Oggigiorno si è conservata la tradizione dell’utilizzo del rosso nei riti funebri e nelle cerimonie religiose. Per citare un esempio, durante la cerimonia funebre della morte di un Papa è obbligatorio per l’ordine clericale indossare il colore rosso che ovviamente sarà presente anche negli allestimenti del luogo di culto.

Nei paesi occidentali però oltre il nero e il rosso, come visto sopra, anche il colore viola è considerato un colore funebre, indossato dai sacerdoti durante le celebrazioni di commemorazione dei defunti e durante il periodo di Quaresima, considerato momento luttuoso per la fede cristiana.

Non tutti i paesi però adoperano il nero come colore tipico delle cerimonie funebri poiché le differenze culturali attribuiscono ai colori significati diversi.
L’altro colore maggiormente utilizzato in questi contesti è il bianco. Specialmente in paesi come il Giappone e la Cina il colore bianco rappresenta infatti il lutto. Per questo motivo, soprattutto in Cina, in occasioni di feste o compleanni è particolarmente sconsigliato l’utilizzo del colore bianco in quanto rappresentativo di un momento di morte, è sconsigliato infatti sia indossarlo sia adoperarlo per decorazioni o allestimenti.
Il Giappone fino al diciannovesimo secolo non si è differenziato dalla Cina, considerando il bianco l’unico colore indicato nelle celebrazioni di riti funebri. Si utilizzava solamente il bianco durante i funerali ma, a causa dell’influenza occidentale, anche il Giappone ha iniziato a inserire il colore nero nelle cerimonie. Ad esempio, il sacchetto per la raccolta delle offerte è di colore bianco con un cordoncino bianco e uno nero.
Nelle culture cinese e nipponica il bianco rappresenta il colore del pallore della pelle dei defunti e per questo motivo ha questo significato funebre ma come si è visto per il Giappone, le differenze culturali possono influenzare le tradizioni di un determinato paese determinando possibili cambiamenti.
Il bianco è il colore del lutto anche nel mondo islamico e in Africa. Duranti i riti funebri della religione islamica il corpo del defunto viene avvolto all’interno d un sudario composto da stoffe di colore bianco. Invece in Africa, nella regione del Togo, i cari del defunto dipingono sul proprio viso una striscia di colore bianco mentre in Camerun le mogli dei defunti dipingono di bianco le proprie gambe.

Anche se l’uso di questo colore non è più così diffuso, anche il giallo è un colore associato al lutto durante determinati periodi storici. Si narra infatti che quando venne a mancare l’ex regina Caterina d’Aragona il re Enrico VIII d’Inghilterra e la regina Anna Bolena avessero indossato abiti gialli poiché quel colore all’epoca dei regnanti era utilizzato per indicare il lutto in Spagna, paese originario della regina Caterina.

Quello che è chiaro è quindi il fatto che non esiste una categorizzazione univoca dei colori caratterizzanti il lutto in tutti i paesi del mondo, ognuno culturalmente diverso dall’altro. I colori sono da sempre uno dei tanti modi per esprimere i sentimenti e gli stati d’animo degli esseri umani anche nei momenti di lutto e durante i riti funebri, con l’utilizzo di un colore rispetto a un altro in base alla cultura e le credenze di ogni popolo.